Edizione 2017

Sono stati 15 i cortometraggi selezionati per la seconda edizione dello Shortfilm Festival “FILMDIPESO”. Due i riconoscimenti assegnati: il Premio Città di Latina e il Premio alla memoria di Gianluigi Monniello, riservato ad opere focalizzate a sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sulle tematiche dell’obesità e dei disturbi dell’alimentazione nell’adolescente e nell’adulto.

Per la prima volta, nella seconda edizione, è stato assegnato anche il premio del pubblico, decretato con televoto al termine della proiezione dei cortometraggi.
Un’ulteriore novità dell’evento del 2017 è stata la partecipazione di Amici Obesi Onlus con il progetto “Indossare l’obesità”: i visitatori che hanno preso parte alla manifestazione hanno potuto mettersi nei panni di una persona obesa indossando un costume molto ingombrante per comprendere come anche gli atti di vita quotidiana più semplici – come allacciarsi le scarpe –per un obeso possano essere fonte di difficoltà e umiliazione.

Opere selezionate

Le opere selezionate per la proiezione del 12 novembre 2016 sono:

In Concorso – Official Selection

Self Control (ITA – 15′)

di Salvatore Sclafani

Butterfly (ITA – 08′ 31”)

di Arianna Vergari

Endless Walls (BEL – 15′)

di Rachida Chbani

Beauty has no size (SLO – 12′)

di Luksus Produkcija

Fat (BRA – 03′)

di Camille Monart

Denise, la ragazza con la tuta (ITA – 07′)

di Claudio Conti

Eat me (ITA – 15′)

di Ruben Lagattolla e Filippo Biagianti

Pelle (ITA – 12′)

di Davide Angiuli

Certe brutte compagnie (ITA – 09′ 33”)

di Guglielmo Poggi

A letto senza cena (ITA – 07′ 12”)

di Patrice Makabu

Disorder (ITA – 05′)

di Liliana Romeo

Detox (USA – 09′ 30”)

di Christopher Logen

Fuori Concorso – Out of Competition

Alla FinFinFirifinFinFine (ITA – 09′)

di Francesco D’Ascenzo

Dai un peso alle parole (ITA – 01′ 08”)

di Giulia Pozzi

Pure sweetness (POL – 07′ 49”)

di Dave Lojek

I vincitori

Certe brutte compagnie

Categorie:
Premio del Pubblico
Premio alla memoria di Gianluigi Monniello

Regia:
Guglielmo Poggi

Scheda

Una sedicenne affetta da bulimia affronta la propria giornata tipo, accompagnata da presenze fisiche e da un compagno di viaggio che non la abbandona mai: un mostro, una malattia che le sussurra all’orecchio cose orribili che la portano a odiarsi, a isolarsi, a passare la vita tra un bagno e l’altro e farsi del male. Ma forse c’è una speranza.

Note di regia

Ho pensato a “Certe brutte compagnie” quando, parlando di bulimia, una mia amica mi ha detto testualmente “per me era come un mostro, un mostro che non mi lasciava mai”.  La macchina da presa è il punto di vista della bulimia, così come la voce, che è spesso distorta e abbassata di tono, come si dice in gergo “monster”, e non è un caso. La protagonista, adolescente, vede più bagni che persone, e non per modo di dire; la scelta di cambiare location ma vedere soltanto water vuole porre l’attenzione su quali siano i momenti importanti della sua giornata, ovvero quando vomita. La sua visione della realtà è ovviamente compromessa dal suo disagio: vede scomparire il biscotto che dovrebbe mangiare per colazione e li vede moltiplicarsi; percepisce il brontolio dello stomaco come un terremoto; non sopporta il rumore di chi mastica il cibo, nasconde a sua madre di aver rimesso e quando con le amiche, anche loro butirriche, si ritrovano a vomitare, lo fanno in modo meccanico, come fosse un automatismo, come se oramai fosse un rituale, come truccarsi o indossare una maglietta. Il cortometraggio è stato scritto e diretto grazie alle testimonianze di persone affette da bulimia di varia età e si è cercato di raccontare il problema della bulimia sì seguendo la vicenda di un’adolescente, ma tenendo conto delle esperienza in modo trasversale, cercando di seguire la mission di questo concorso per il quale il corto è stato prodotto.

Pelle

Categorie:
Vincitore del Premio
“Città di Latina”

Regia:
Davide Angiuli e Tommaso De Rai

Scheda

Il cortometraggio racconta la necessità della protagonista di prendere peso per combattere il costante dimagrimento di cui è vittima. Il suo fare metodico è rappresentato da una narrazione scandita in tre giornate differenti, tre giovedì: il giorno della settimana in cui si pesa. Ognuno degli spazi che vive è isolato dagli altri, così come le azioni che compie in ognuno di questi. La sua ossessione per i dettagli è indagata con inquadrature strette sui suoi sguardi, sui suoi gesti e sui vari oggetti della sua attenzione, un’attenzione che però spesso distorce la realtà intorno a lei. Per questo motivo si è fatto uso di ottiche molto corte, che distorcessero, appunto, le forme e gli spazi, aiutandoci nello stesso tempo a sottolineare la grande solitudine della protagonista attraverso l’utilizzo di campi larghi a camera fissa.

Cerimonia di premiazione